“c’è solo un angolo dell’universo che puoi esser certo di poter migliorare,e quello sei tu”
A. Huxley
Antonio Spica nasce a Carini (PA) nel 19/02/1977 studia ragioneria si specializza nella gestione amministrativa e delle parti comuni dei condomini sino a quando un incidente in moto all’età di 27 anni lo costringe in carrozzina, questo avvenimento gli causa una lesione midollare.
Vivendo questa nuova realtà impara a riscoprire ogni giorno sensazioni fisiche generalmente date per scontate, entrando in ascolto di emozioni profonde, ed è proprio il nuovo modo di considerare la realtà che lo porta verso questa esperienza, il cammino di Santiago prima e a fondare Access Emotion in seguito. L’Associazione nata per sensibilizzare la società attraverso le amministrazioni pubbliche e la filiera turistica sul tema dell’accoglienza, per tutte le persone nello specifico per chi ha esigenze specifiche. Vuole anche essere di sprone verso chi vive delle difficoltà, che non bisogna mai smettere di inseguire il proprio sogno e che in qualunque cosa
l’importante è non perdere mai il desiderio, la voglia di crederci
E’ facile arrabbiarsi è prendersela con il mondo intero, chiudersi tra le quattro mura. La sua salvezza, certamente sono stati gli insegnamenti familiari ed i nuovi orizzonti sportivi dei campioni paraolimpici e la visione sempre positiva e proattiva della vita che lo hanno portato ad affrontare diversamente la sua nuova condizione. Così animato dalla maturazione di una sfida personale e di quanti vivono il suo stesso vincolo o la tristezza nel cuore dei familiari spesso impotenti, diventa consapevole che la vita è un dono, e come tale va vissuta ed apprezzata non dimenticandosi di viverla col sorriso perché
una vita è un’opera d’arte e non c’è poesia più bella che viverla pienamente
G. B. Clemenceau
Il percorso del cammino è un viaggio che s’intraprende con il proprio animo, alla ricerca di se stessi, del proprio senso della vita. E’ un’esperienza unica, in cui non ci si sente mai soli, c’è sempre qualcuno disponibile ad aiutarvi, a parlarvi, a raccontarvi qualcosa. Lungo il cammino nascono amicizie, amori, nonostante si possa decidere di andarci soli, non ci si sente mai abbandonati a meno che quella non sia la propria volontà. Ci si approccia con animo felice, lasciando gli scudi imposti della società, oppure abbandonandoli durante il tragitto perché il loro peso non è più sopportabile.
Un cammino di riscoperta della nostra vita, che ci porta ha considerare che la corsa al raggiungimento degli obbiettivi ci fa perdere il piacere del viaggio. Ma proprio la nuova condizione gli fa riscoprire il valore, trasformando la propria difficoltà in opportunità, in un processo che diventerà amplificatore esperienziale di emozioni. Imparando a gustare le cose più semplici e naturali del momento, vivere lentamente significa catturare l’attenzione delle sfaccettature della vita.
Prendetevi i vostri tempi…
Il cammino va organizzato come un viaggio con la propria anima ed il tempo che decidiamo di dedicarle.
Il cammino di Santiago di Compostela, il primo Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa, nasce nel 1987 dalla consapevolezza dell’esistenza di importanti luoghi d’attrazione e del ruolo che essi possono svolgere, e dichiarato nel ’93 Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Un percorso che attraversa uno o più paesi o regioni, e che si organizza intorno a temi di interesse storico, artistico o sociale europeo, sia in ragione del tracciato geografico dell’itinerario, sia in funzione del suo contenuto e del suo significato. Il suo sviluppo dipende essenzialmente dalle iniziative concrete che assumono le autorità nazionali, regionali e locali, nonché gli operatori privati di ogni paese. Fondamentale l’azione sinergica che viene a crearsi tra gli operatori per l’attuazione degli itinerari, dalla segnalazione dei percorsi, alla realizzazione laddove necessita di infrastrutture complementari di accoglienza, alla sensibilizzazione dei cittadini attraverso documenti e pubblicazioni, alla promozione pubblicitaria con i mass media ed agli incontri con i giovani.
“Ultreya y suseya”
“Più avanti e più in alto”, il saluto che i pellegrini si rivolgono incontrandosi. Sono passati otto anni da quel cammino in solitaria e quelle parole, quelle sensazioni, quelle emozioni, ancora oggi risuonano dentro di me, emozionandomi.
Quel viaggio che mi ha portato poi a percorrere nel 2011 la Mother Road 66, la storica arteria che collega centralmente gli Stati Uniti, dall’Atlantico al Pacifico attraversando otto Stati, tre fusi orari e tre deserti, mi ha accompagnato nel raggiungere altri traguardi, sportivi come le maratone cittadine in giro per l’italia e poi il canottaggio , ed infine a creare nel 2013 l’Access Emotion, un’associazione senza scopo di lucro, che ha come obbiettivo la promozione del turismo accessibile e responsabile, nel rispetto dell’ambiente e della valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale, con attenzione alle necessità specifiche dei viaggiatori con esigenze speciali o disabili. L’Associazione nata per offrire un servizio di collegamento e di dialogo con le amministrazioni pubbliche, i musei e la filiera turistica, le attività sportive. Si è posta la necessità concreta dell’accessibilità dei luoghi pubblici, attraverso l’avvio della mappatura degli stessi e a veicolarne contenuti ed informazioni mediante modalità virtuali o interattive. Inoltre al fine di sensibilizzarne l’attenzione verso la condizione della disabilità promuove incontri emozionali di amplificazione sensoriale attraverso le cene al buio, dove a dirigere la serata è sempre una persona non vedente.