Gli studenti universitari trascorrono buona parte delle loro giornate in Facoltà, ma siamo sicuri che tutti siano liberi di studiare, seguire le lezioni o semplicemente passare qualche ora con i compagni per confrontarsi? Per rispondere adeguatamente a questa domanda mi sono recata a Lettere e Filosofia di Tor Vergata, insieme a Daniele, ragazzo affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne, una malattia neurodegenerativa per la quale è costretto su una sedia a rotelle.
All’interno e all’esterno di quest’accogliente struttura sono presenti diverse barriere architettoniche, che si tramutano in grandi ostacoli per i disabili: piccoli scalini sparsi per il giardino della Facoltà che Daniele racconta essere stati in passato causa di sbilanciamento della carrozzina con il rischio di ribaltamento.
Molte aule sono strutturate con lunghe file di tavoli che ne occupano lo spazio quasi totalmente e non lasciano alle carrozzine libertà di manovra. Il problema della limitatezza dello spazio si riscontra anche nei bagni per disabili in cui, per altro, individuiamo altri problemi non indifferenti: maniglioni divelti che servono ai disabili motori per appoggiarsi, doccette situate vicino il water di cui Daniele ci fa notare essere rimasti soltanto i tubi.
La situazione per i disabili visivi è sicuramente migliore: vi sono quattro mappe tattili sparse per la Facoltà che ne illustrano la composizione con disegni e percorsi a rilievo e relative scritte sia in braille che a rilievo leggermente ingrandite, per gli ipovedenti.
A terra incontriamo i percorsi tattili in gomma, i loges, un minimo rialzati rispetto al pavimento e ben distinguibili perché attraversati al loro interno da strisce verticali. Questi partono persino dalla fermata dell’autobus numero 20 (che si ferma di fronte alla Facoltà).
Ci sarebbe invece la necessità della numerazione in braille e ingrandita a rilievo davanti ad ogni aula e all’interno degli ascensori. Altri ostacoli per i disabili visivi sono all’interno delle aule Rossa e Verde e dell’Auditorium strutturate in pendenza . La difficoltà è costituita dagli scalini irregolari che compongono le due scale perché impossibili da percepire per per i disabili visivi. Problema che potrebbe essere risolto semplicemente ponendo una sottile striscia di piano gommato all’inizio di ogni scalino.
In conclusione un messaggio di Daniele : “Chiedo solamente una Facoltà più a misura di diversamente abile. Vorrei che chi dirige la facoltà ascoltasse le richieste degli studenti con handicap per migliorare ciò che è possibile o, meglio, che venisse a chiedere ad ognuno di noi cosa non va per aprire un dibattito e capire dove e come intervenire”.